| Come illudersi di aver realizzato il sogno di tutta una vita nel volgere di una giornata. Così dovrebbe intitolarsi un bignami che sto seriamente pensando di compilare, forse per rassicurare sognatori e utopisti circa l'effettiva probabilità di riuscita delle loro nobili intenzioni.
Mi riferisco ad una circostanza verificatasi oggi, a meno di clamorosi - e per me dolorosi - dietrofront dei redattori responsabili. In parole povere, sta per essere pubblicato su un quotidiano un articolo commissionato al sottoscritto. Non si tratta di un evento di grande importanza, di quelli destinati a lasciare il segno su un'epoca: probabilmente è uno di quegli umani avvenimenti non in grado di lasciare traccia del loro passaggio.
Di che si tratta, allora? Del sogno di un bambino che, nelle illusioni un po' infantili dell'adulto che è ormai diventato (circostanza comunque da provare...), dovrebbe prima o poi sostanziarsi nell'avvio di una carriera professionale nel settore. Il giornalismo, la carta stampata: la possibilità, rara se non unica, di lasciare un'impronta nel corso degli eventi, di fare opinione, di vivere dell'inchiostro "dilavato e graffiato" sulla pagina di un documento destinato al più ampio pubblico di lettori possibile.
Cribbio, dopo tutto è solo un pezzo. Un pezzo vivisezionato e smembrato in redazione per motivi di impaginazione, con susseguente richiesta d'integrazione, perché non dedicare un corsivo virgolettato al sindaco poteva anche apparire un delitto di lesa maestà. Non mi resta che continuare a pascermi delle mie illusioni infantili: non è davvero una cattiva sensazione. Almeno, andassero male le cose, avrò una medicina nuova per i tormenti dell'anima: l'illusione, appunto, di aver intrapreso finalmente la strada cui mi ero consacrato in quarta elementare.
Edited by Cavia Cobaya - 1/2/2007, 15:43
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