| Nel 2005 tagli per 4-6 miliardi, ma per l'Irpef rinvio al 2006 Fassino: "Come volevasi dimostrare". Letta: "Non si ricandidi" Tasse, opposizioni all'attacco "Scoperto il bluff di Berlusconi" E dal sito forzista scompare la home page "Meno tasse per tutti" di MARCO BRACCONI
Silvio Berlusconi ROMA - Nel 2005 tagli all'Irap e sgravi alle famiglie per 4-6 miliardi di euro. Ma l'Irpef resta così com'è. E per la riduzione generalizzata delle tasse, le famose tre aliquote tanto care al premier Silvio Berlusconi, tutto è rinviato al 2006. Il vertice di ieri sera della Casa delle libertà sul fisco è finito con vincitori e vinti. Lo sconfitto è il presidente del Consiglio, costretto a rinunciare al taglio dell'Irpef che ancora prometteva fino all'altro ieri. E per cogliere la delusione, basta andare sul sito web di Forza Italia, che ancora ieri pomeriggio si presentava con una home page speciale e uno strillo in corpo 25: Dal 2005 meno tasse per tutti. Una pagina che, ovviamente, stamattina è scomparsa.
I vincitori, con i leghisti alla finestra nell'insolito ruolo di mediatori, sono Fini e Follini. Non è una caso se quest'ultimo, a cose fatte, dica che si è presa la strada giusta: "Occorreva fissare delle priorità, partire dalla famiglia e dall'impulso alle imprese. Abbiamo fatto così, e mi sembra un percorso ragionevole ed equilibrato". E Gianni Alemanno, leader della Destra sociale di An: il rinvio delle nuove aliquote è "un segnale positivo" e l'accordo raggiunto ieri "rispetta le priorità indicate da An che vanno in direzione di una spinta alla economia con una forte riduzione dell'Irap e di un segnale di sostegno alla politica dei redditi con deduzioni e assegni familiari".
Gli esponenti più vicini a Berlusconi, come il forzista Fabrizio Cicchitto, si affannano a dire che nulla è cambiato, sottolineando che siamo di fronte a "un piano organico" e che "in due anni" il taglio si farà, come previsto. Ma è un fatto che i ripetuti annunci del Cavaliere nelle ultime settimane, l'ultimo dei quali era un roboante "o taglio le tasse o vado a casa", risultano smentiti dai fatti. Fatti che offrono alle opposizioni un arma polemica addirittura insperata.
"Anche questa mattina - dice il leader Ds Piero Fassino - viene annunciato agli italiani il taglio delle tasse, quando invece la verità è che la riduzione dell'Irpef, che ancora qualche giorno fa Berlusconi giurava sarebbe partita dal 1° gennaio 2005, è rinviata al 2006". E così, per il segretario della Quercia, "si conferma quel che abbiamo sempre detto, vale a dire che una generalizzata riduzione fiscale, stante il dissesto dei conti pubblici, non è praticabile".
Per l'ex ministro Enrico Letta (Margherita), "stanotte è stato scoperto l'ultimo grande bluff. E non si contrabbandi l'intervento sull'Irap come riforma fiscale: è il minimo che ci si poteva aspettare dopo una Finanziaria che aumenta la pressione fiscale in molti altri settori". Insomma, "Berlusconi abbandona definitivamente il contratto con gli italiani" e quindi "ci aspettiamo che sia uomo di parola, come dice di essere, e annunci che non si ricandiderà all guida del governo".
Sulla stessa linea Guglielmo Epifani, secondo il quale "il governo ha preso atto di una promessa che non poteva essere mantenuta". Perché, aggiunge il leader della Cgil, "prima di ridurre le tasse genericamente è necessario verificare la copertura finanziaria per poterlo fare".
(10 novembre 2004)
|