Novelle per una giorno, un anno o forse tutta la vita...

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view post Posted on 25/12/2010, 15:21
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Capo dell'Intelligence Cricetale, Presidente della Camera delle Vibrisse e Gran Connestabile della Verza

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Il giunco e la Brezza di Simone Fornoni

C'era una volta un giunco, anche se dall'esterno pareva una quercia perennemente incazzata. Un albero che agli occhi dei più pareva scolpito nella roccia, l'aspetto severo e solido di qualcosa destinato a non essere mai abbattuto, a rimanere con le radici ben piantate, il tronco rigido e impettito e le fronde intonse. Ma lui lo sapeva, in cuor suo, di essere in balìa dei venti. Anche se caratterialmente avrebbe voluto prendere la direzione che più gli aggradava. Finché non incontrò la Brezza. Tipico soggettino che alla lievità dell'apparire contrappone, a dispetto delle intenzioni vere o presunte, la sostanza di una variabile dirompente. Soffia, non travolge. Ma sconvolge, eccome se lo fa. E un bel giorno, benché infausto secondo la vulgata corrente, i due s'incontrano.

"Ciao, lo sai che hai l'effetto di piegarmi?", disse il giunco.

"Ma figurati, capirai che razza di problema - ribattè sicura la Brezza -. Sei un giunco, ti pieghi ma non ti spezzi mai... E' nella tua natura".

"Mi dicono che assomiglio piuttosto a uno di quegli alberti secolari, dritti come fusi, destinati a rimanere eterni e senza sbandamenti nell'immaginario collettivo".

"Forse sì, ma nei manuali di botanica sta scritto che è normale che al primo alito di vento ti pieghi. Nulla di strano, è la natura ad avere determinato il tuo destino. Alla fin fine, sei più saldo e stabile di un palo della luce".

"Ti ribadisco che tu, nonostante tutto, hai il potere di farmi vacillare...".

"Sono solo paranoie. Poi vedrai che ti rimetti in piedi: qualche salutare scossone non avrà il potere di scombussolarti l'esistenza. Del resto, dovresti esserci abituato. E io non sono abbastanza forte, forse nemmeno da piegarti. Sono solo una brezza come tante, che cos'ho di più?".

"Lieve o non lieve, ogni volta che soffi mi sento come se mi dovessi spezzare da un momento all'altro".

"E' una tua convinzione, oserei dire un'ossessione. Che cosa avrò mai io per mettere in discussione la tua esistenza? Hai vissuto finora, continua a vivere come prima".

"No, prima ero abituato a ben altro. Inteso come uragani, tempeste, mistral... Tutto quello che vuoi. Ma da quando t'ho incontrata, non sono più io. Mi sento perennemente in bilico".

"Mi sopravvaluti. Sono solo una brezza, una piccola parentesi. Impossibile che tu non riesca a farci il callo, proverbialmente resistente come sei".

"O come dovrei essere, vorrai dire... Non so, ma da quando ho incontrato te, tutte le leggi scritte o non scritte sono evaporate nel nulla".

"Sei pazzo...".

"Mai stato così cosciente in vita mia. Sono le mie radici a dirmelo, dolendomi ogni volta che riappari al mio cospetto".

"La tua è una fissa. Scientificamente devi aver passato di peggio, rimanendo sempre al tuo posto. Abile e arruolato: non è che puoi sfuggire al ruolo di giunco, madre natura te l'ha assegnato e devi tenertelo".

"Che tu sia vento o Brezza, poco cambia. Io sono l'albero che si piega, siamo d'accordo. Per l'appunto: io non ho alcun senso senza di te".

"Una qualsiasi ragion d'essere puoi trovarla quando vuoi. Sei condannato a piegarti senza mai recedere di un solo passo... Quante volte dovrò dirtelo ancora?".

"Non posso vivere senza di te. Accarezzami ancora, ti prego. Non ti chiedo nulla: solo di continuare a esserci, anche se lontana".

"Impossibile. La tua vita non mi riguarda né m'interessa. Io vado avanti per la mia strada, soffio dove mi pare e piace. Se tu stai lì in traiettoria, è solo un problema tuo".

"Tu non puoi irrompere sul mio cammino e infischiartene. Tutto ha una conseguenza necessaria, anche i moti involontari".

"Non sai quel che dici".

"Lo so fin troppo bene, invece. Tu appari e poi pretendi di scomparire, o di non essere considerata. Eppure io ti ho fatto dono di me stesso, per quel che vale ovviamente. Che altro posso fare? Sarò anche in balia dei venti, ma io voglio solo la Brezza. Quella che ha messo in discussione tutte le mie certezze, l'unica cosa che voglio avere".

"Ma non puoi averla. Non spetta a te decidere quello che ti viene incontro o no: devi solo limitarti a subire, incassare e ripartire. Così fan tutti, a quanto pare".

"Non ci riesco. Io chiudo gli occhi e ti sogno. Non voglio essere percosso da chissà quale tornado. Voglio essere travolto dal Tutto. E il Tutto sei tu".

"Sei in fissa, devi farti curare...".

"Può darsi, ma non intendo guarire. E' qualcosa di troppo superiore alle mie povere possiblità. Voglio la mia Brezza. Perché non la posso avere?".

"Perché non sei nato con la facoltà di decidere. Devi solo lasciarti andare e sopportare. Che cosa ti avrò mai fatto, io, per piegarti più di quanto non abbiano fatto mille tempeste? E sì che sei giunco, dovresti essere abituato a molto peggio... E se davvero ti sconvolgo, perché mi cerchi?".

"No, io rispetto la tua volontà. Spira pure dove ti pare: non condivido la tua scelta, visto che si nutre di pregiudizi nei miei confronti. Dici che tu soffi dove vuoi, ma evidentemente non ti sei controllata abbastanza. Io ti ho sentito addosso e non posso più fare a meno di te. Chiamala una malattia, o quel che vuoi".

"E ora che sai che preferisco rivolgermi altrove, che cosa cambia?".

"Per te niente, per me tutto. Non riesco ad andare oltre, tutto qui. Non c'è niente di più soave di te, nell'intero universo".

"Tu sei solo una quercia che finge di essere giunco, per poter pietire qualche attenzione. Reciti una parte, come molti altri".

"No davvero, sei fuori strada. Io non so più neanche che cosa sono. La mia unica certezza è che andare avanti senza di te è un pensiero che mi tormenta e m'inquieta: non voglio essere diritto e imperturbabile, ho bisogno di essere piegato. Ho la necessità impellente di sentirmi flessibile...".

"Sei proprio folle oltre ogni dire. E perché ogni due per tre sparisci? Ti faccio dunque così male? E come puoi andare alla ricerca di ciò che ti procura soltanto sofferenza?".

"Ti sbagli, continui a non capire o a fingere di non capire. E' la disillusione a percuotermi. Forse il dolore di una comunicazione fra sordi, o tra chi gioca a non capirsi. Ma di te ho bisogno. Mi piego e forse non mi spezzerò: sia quel che sia, ho il diritto anch'io alla mia Brezza. Altrimenti, perché stare al mondo? Sei quanto di più bello e sconvolgente possa esistere nell'universo".


(Silenzio, l'ennesimo. E la Brezza spira, incurante di tutto)
 
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view post Posted on 25/12/2010, 20:15
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