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| Tanto tuonò che piovve. Dopo mesi di premeditata gogna mediatica, in cui l'unico dato certo è che i dirigenti delle società incriminate (ma non solo..) intrattenevano rapporti telefonici di dubbio gusto con altri tesserati, quattro società hanno ricevuto le misure punitive provvisorie.
Questo processo, istruito ad olorogeria visto che si è indagato su fatti risalenti alla stagione agonistica precedente, ha dato voce alle società che sul campo vincono poco o nulla pur spendendo patrimoni ad ogni inizio di rotazione terrestre.
Dal punto di vista giuridico, simili condanne senza uno straccio di prova (dove sono i risultati falsati, figli dei presunti illeciti?) sono un'enormità, segno che in Italia non vige più da tempo uno stato di diritto. Le facoltà della difesa di ciascun soggetto imputato sono state azzerate, con la scusa che i tempi andavano accelerati.
Dal punto di vista morale ed effettivo, queste decisioni senza precedenti costituiscono la vendetta piena delle succitate squadre perdenti, con la Juventus relegata al ruolo di capro espiatorio dei presunti mali del calcio.
Fateci caso: ne escono vincitrici Roma e Inter. La prima, già coinvolta nello scandalo dei passaporti falsi, ha evaso l'Irpef per anni e frodato sulle fidejussioni bancarie per iscriversi ai campionati: tutte circostanze penalmente rilevanti, in assenza delle quali lo scudetto del 2001 il dispensatore di Rolex e di veleni Franco Sensi se lo sarebbe sognato... dalla serie C. L'Inter, invece, pur avendo contatti frequenti (come chiunque) con vertici federali e designatori arbitrali, dopo aver saccheggiato per anni a prezzi altissimi le squadre di mezzo orbe terracqueo - senza aver vinto un tubo - si è trovata in pratica catapultata al primo posto dell'ennesima stagione perdente 2005-2006, e in base a ciò (per via della "non assegnazione" del titolo alla Juventus) reclama a gran voce uno scudetto che puzza di marcio quanto tutti i protagonisti della farsa in atto.
Brava Italia: bell'esempio di cultura sportiva.
S.F.
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